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Marianne Mutti und Ehemann Marianne Mutti und Ehemann Marianne Mutti und Ehemann

«Con la BPCO, percepisci i benefici dell'aderenza alla terapia in ogni momento.»

Zur Rose Informazione 30. Aprile 2024

Marianne Mutti

Intervista a Marianne Mutti, 70 anni,
di Holderbank (SO).

Ha ricevuto la diagnosi di BPCO nel 2011.


Marianne Mutti è una di circa 2,2 milioni di persone in Svizzera che soffrono di una malattia cronica. Convive con la «broncopneumopatia cronica ostruttiva», chiamata anche «BPCO». Dal 2011, quando le è stata diagnosticata la malattia, ha attraversato tanti alti e bassi. Nell’intervista racconta come ha imparato ad accettare la malattia e come oggi riesce a condurre una vita appagante grazie all’aderenza e a una consulenza di qualità.

Signora Mutti, lei non si sentiva bene già molto tempo prima della diagnosi di BPCO. Come descriverebbe quello che ha provato?

Marianne Mutti: Un tempo fumavo molto. E ho sempre avuto un po’ di tosse. Poi però è peggiorata. Ogni sigaretta scatenava una forte tosse secca. Nel 2004 ho smesso. Avevo però sempre più difficoltà a respirare. Le mie capacità fisiche si riducevano sempre di più. Le escursioni, i giri in bicicletta e persino le passeggiate erano sempre più faticosi e si sono fatti via via sempre più rari. Lavoravo come conducente di autocarri e a volte dovevo fermarmi perché non riuscivo quasi a respirare. Sono stati brutti momenti. Non dimenticherò mai il panico che ho provato all’idea di soffocare. Nel 2011 mi è stata diagnosticata la BPCO. 
 

Come ha reagito?

All’inizio ero sconvolta, ma nemmeno del tutto sorpresa. Infatti ero consapevole degli effetti nocivi del fumo. Non posso che biasimare me stessa! A quel punto ho capito che avrei dovuto cambiare vita. Avevo lavorato troppo e mi ero rovinata la salute. La BPCO è stata per me un monito, la mia ultima chance.

Cosa ha fatto in concreto?

All’inizio volevo sapere tutto sulla BPCO e ho frequentato vari corsi della Lega polmonare. Sono stati molto utili e mi hanno tranquillizzata. Ho imparato a comprendere la malattia. Ad esempio, avevo sempre pensato che sarei potuta morire per soffocamento. Il rischio è invece rappresentato dalla lenta distruzione dei polmoni. La malattia non è curabile, ma è possibile attenuarne il decorso. Ho anche scoperto che io in primis posso fare tantissimo per migliorare la mia situazione, ad esempio praticando molta attività fisica, seguendo una dieta più consapevole ed evitando situazioni di stress a favore di una maggiore tranquillità. Ho deciso di impiegare bene il mio tempo e così ho optato per la pensione anticipata.
 

Come si è svolto il trattamento?

All’inizio ho utilizzato uno spray contro l’asma per aprire le vie respiratorie. Ho anche seguito un programma di riabilitazione che prevedeva esercizi di ginnastica. Praticare attività fisica è fondamentale! Per un po’ di tempo sono stata bene, poi una grave polmonite ha complicato la situazione. Avevo raggiunto lo stadio più grave della malattia. Dal 2015 mi sottopongo a ossigenoterapia per circa 21 ore al giorno attraverso degli «occhialini nasali». Per trasportare il dispositivo utilizzo uno zaino.

Programma di riabilitazione della Lega polmonare

Per lei è un peso?

All’inizio mi dava fastidio, ma poi ci si abitua. Se l’alternativa ai due tubicini nel naso è la morte, la scelta è obbligata. Alcune persone si vergognano degli occhialini perché sono visibili. Allora si ritirano in sé stesse, isolandosi. A me fa piacere quando la gente mi chiede cos’ho. Parlarne fa bene. È un modo per relazionarsi con sincerità. Nella mia cerchia di amici nessuno fa caso ai miei occhialini. Sono parte di me, proprio come lo zaino. Provi lei a fare un’ora di pilates con uno zaino sulle spalle: a fine lezione sono sempre stanchissima.

Sembra che si attenga scrupolosamente al suo piano di trattamento.

Sento di essere seguita bene dal mio medico e dal team di consulenza della Lega polmonare e mi attengo sistematicamente alle loro raccomandazioni. Chi soffre di BPCO sente subito la differenza perché torna a respirare. Da allora la mia qualità di vita è migliorata costantemente. Oggi riesco di nuovo a fare tutto: mi dedico al giardinaggio, vado in e-bike, viaggio, faccio pilates e guido l’auto. Nel gruppo di autoaiuto ho anche conosciuto persone interessanti e ho stretto contatti importanti.

Cosa farebbe di diverso col senno di poi?

Sicuramente non fumerei. Farei più sport, presterei attenzione all’alimentazione e al peso e lavorerei meno. Da quando ho ricevuto la diagnosi credo di fare quasi tutto correttamente. La malattia mi ha resa anche più socievole. Sono contenta di come sto adesso.

Marianne Mutti

Cosa consiglia a chi soffre di una malattia cronica?

Non posso che consigliare ciò che mi fa stare bene: accettare la malattia, praticare attività fisica, contribuire attivamente a plasmare la terapia e dialogare con medici, personale specializzato e altre persone colpite. I gruppi di autoaiuto della Lega polmonare sono presenti quasi su tutto il territorio e rappresentano un piccolo passo. Guai a piangersi addosso e a chiudersi in sé stessi! Il mio motto è: sfruttare al massimo ogni occasione.

Marianna Mutti in viaggio

Marianna Mutti_Kopenhagen
Marianne Mutti_Schweiz
Marianna Mutti_London
High Five
 

Aderenza: la chiave per una salute migliore

Quanto è importante attenersi esattamente alle indicazioni mediche? Nella nostra pagina delle competenze scoprite quanto è determinante l’aderenza non soltanto per i pazienti con BPCO, bensì in tutti gli ambiti della salute. Troverete consigli pratici e strategie per migliorare la vostra costanza nel trattamento e rafforzare così la vostra salute a lungo termine.

Scoprire la pagina

Cos’è la BPCO?

La broncopneumopatia cronica ostruttiva o «BPCO» (dall’inglese: «Chronic Obstructive Pulmonary Disease») è una malattia dal decorso lento che colpisce le vie respiratorie.

Causa due cambiamenti principali a livello polmonare:
Bronchite cronica: questa infiammazione causa un’abbondante secrezione di muco, che restringe e blocca le vie respiratorie ostacolando la respirazione. Tra i sintomi tipici si annoverano tosse e frequente espettorazione di muco.

Enfisema: questa malattia causa il deterioramento e la perdita di elasticità degli alveoli (piccole sacche all’interno dei polmoni in cui avviene l’assorbimento dell’ossigeno nel sangue), con conseguente riduzione della superficie interna dei polmoni adibita allo scambio di ossigeno e anidride carbonica. In tal modo questo scambio diminuisce e, inoltre, l’espirazione di aria dai polmoni diventa più difficoltosa.

La causa risiede soprattutto nell’esposizione prolungata al fumo di sigaretta e, più raramente, nell’inalazione di sostanze nocive (ad es. gas di scarico, polveri sottili, vapori chimici). Tra i sintomi tipici rientrano tosse, espettorazione e dispnea («sintomi TED»). Le persone colpite sono perlopiù over 40. In Svizzera sono circa 400’000 le persone che soffrono di BPCO

Questa malattia non è curabile, ma esistono medicamenti che consentono di gestirla con efficacia. In caso di BPCO avanzata è necessaria l’ossigenoterapia permanente. L’aderenza delle persone colpite può influire sulla malattia in misura molto positiva.

Un’assistenza di qualità da parte del medico, corsi di formazione rivolti ai e alle pazienti nonché i miglioramenti tangibili nella vita di tutti i giorni motivano le persone interessate a seguire la terapia.

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La Lega polmonare

Da oltre 120 anni, la Lega polmonare si impegna affinché le persone affette da malattie polmonari e delle vie respiratorie possano vivere il più possibile senza disturbi e in autonomia. È composta da 17 leghe cantonali e regionali, dagli organi associativi e dalla sede nazionale e assiste più di 114’000 pazienti in 61 sedi in tutta la Svizzera.

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Fonte foto:
 
Foto 1, 2 e 3 – Andreas Zimmermann
Foto di Marianne Mutti in viaggio – Marianne Mutti