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  • Mann Mann Mann

    Aderenza: come assicurare il buon esito di una terapia

    La proficua collaborazione tra paziente, medico e terapeuti nella terapia di una malattia massimizza le probabilità di buon esito. Qui potete leggere come funziona la cosiddetta «aderenza».

  • Tipp_hellrot

    Il 30% circa

    di tutte le ricette non viene riscattato. (1)

  • Tipp_hellrot

    Più del 50%

    di tutti i farmaci acquistati non viene assunto. (2)

  • Tipp_hellrot

    Circa 36 mia. di franchi

    di spese aggiuntive sostenute annualmente dal sistema sanitario svizzero a causa della non aderenza. (3)

Arzt und Patient

Il processo di aderenza inizia con un paziente, un medico prescrittore e un farmacista.

Medico e paziente ricoprono un ruolo chiave nella terapia, in particolare delle malattie croniche. Se ha fiducia nel medico, il paziente segue al meglio il piano farmacologico. La realtà tuttavia è un’altra: fino all’80% delle persone con malattie croniche non assume i propri farmaci come concordato. Qui vi spieghiamo i motivi di questa situazione e il modo per migliorarla.

Cosa significa aderenza?

Fino a qualche tempo fa in medicina regnava una mentalità gerarchica: il medico prescriveva il trattamento, il paziente vi si atteneva (o così si sperava). Si parlava di costanza nel trattamento (in inglese compliance). Oggi l’approccio seguito non è più «dall’alto verso il basso», bensì paritario. Non si tratta quindi più di obbedire passivamente, bensì di partecipare proattivamente.

Il termine aderenza (dal latino adhaerere, aderire) indica il ruolo attivo svolto da tutti i soggetti coinvolti (paziente, medico, terapeuti, cerchia personale) nel piano terapeutico, quindi il lavoro di una squadra concorde sulle modalità di raggiungimento degli obiettivi del trattamento. 

Al centro c’è il paziente: tutti gli sforzi dei soggetti coinvolti lo sostengono per assicurare la riuscita del trattamento, che può essere complesso e faticoso. I provvedimenti terapeutici come l’assunzione di farmaci, la terapia concomitante, l’alimentazione, lo stile di vita, le tempistiche ecc. danno adito a molte domande. I pazienti hanno bisogno di informazioni, confronto e incoraggiamento per poter gestire la propria malattia con motivazione.

La persona al centro della terapia

Perché è così importante l’aderenza?

  • Check offen

    Miglior esito del trattamento

    Un farmaco agisce solo se viene assunto. Se il o la paziente si attiene al piano farmacologico concordato, il trattamento può avere buon esito e migliorare la qualità di vita.

  • Check offen

    Riduzione del rischio

    La costanza nel trattamento riduce sia il rischio di decorso terapeutico negativo, che di pericolose complicazioni o malattie correlate. Nel caso dell’ipertensione, ad esempio, l’aderenza riduce il rischio di ictus.

  • Check offen

    Migliorare la qualità di vita

    I pazienti aderenti hanno spesso una qualità di vita superiore, in quanto i sintomi vengono mantenuti meglio sotto controllo ed è possibile ridurre le limitazioni imposte dalla malattia.

  • Check offen

    Mantenimento dell’efficacia

    I farmaci sono prodotti di alta tecnologia. Se utilizzati nel modo sbagliato, possono diventare inefficaci o provocare seri effetti collaterali così come altre malattie.

  • Check offen

    Valutazione della terapia

    L’osservanza del trattamento prescritto permette ai medici di valutare con precisione l’efficacia e adeguatezza di una terapia e, se necessario, di apportare modifiche.

  • Check offen

    Riduzione dei costi

    Il potenziale risparmio è elevato quando le persone devono recarsi meno spesso dal medico e non sono necessarie dispendiose procedure diagnostiche e degenze ospedaliere.

Cosa influisce sull’aderenza: le 5 dimensioni

Queste dimensioni aiutano a capire quanto sia complessa la tematica dell’aderenza.
La situazione del paziente è influenzata da numerosi fattori che ne
condizionano il comportamento. Alcune cose non dipendono da lui, altre sì.

 

Le 5 dimensioni

Le 5 dimensioni

I medici di famiglia dicono: «Soprattutto nel trattamento di malattie croniche, la collaborazione dei e delle pazienti rappresenta un criterio cruciale per il buon esito della terapia.»

Marianne Mutti
 

Vivere con la BPCO: come Marianne Mutti è diventata costante nel trattamento

Marianne Mutti racconta della sua malattia, la BPCO, e di come l’aderenza ha cambiato la sua vita. Leggete tutta l’intervista per scoprire come conduce una vita attiva e appagante seguendo con coerenza la terapia.

All'intervista

Malattie croniche e aderenza

Schlüssel im Schloss

Il segreto del successo 

In presenza di una malattia cronica, l’aderenza assume un’importanza particolare: infatti la persona dovrà probabilmente fare i conti con la malattia e la terapia per tutta la vita. «In questo caso la collaborazione dei e delle pazienti nella terapia è un criterio cruciale per il buon esito della terapia», così uno studio di un’azienda di biotecnologie. Il 95% dei medici di base intervistati nello studio ritiene che l’aderenza sia decisiva per il buon esito di una terapia o che comunque vi concorra.

Steile Steintreppe

Le terapie a lungo termine sono faticose

Nel caso delle terapie a lungo termine dobbiamo tener conto di numerosi aspetti, ad es. la rapidità o lentezza di azione dei farmaci. Spesso viene anche prescritto un mix di farmaci (polifarmacia). Ciò può rappresentare una grossa sfida per i pazienti. Il sostegno e l’incoraggiamento da parte del medico e della cerchia personale hanno un influsso molto positivo su questo aspetto.

Paar im Cafe

Vantaggi per il paziente e la società

Tra le altre cose, l’invecchiamento demografico fa sì che sempre più persone soffrano di malattie croniche per periodi sempre più lunghi. Una maggior partecipazione alla terapia e un maggior sostegno nella sua attuazione non giovano solo alla persona direttamente interessata, ma ne beneficia anche la società, in quanto vengono attutite le ripercussioni negative di questo sviluppo (come il sovraccarico del sistema sanitario).

Il decorso di una terapia farmacologica

Il percorso attraverso una terapia farmacologica è strutturato in tre passaggi chiave: l'inizio della terapia, dove comprensione e comunicazione corretta sono fondamentali; il corso della terapia, caratterizzato da regolarità e monitoraggio; e infine, la conclusione della terapia, che deve essere attentamente coordinata con il medico. Ogni passaggio richiede un coinvolgimento attivo e una comprensione da parte del paziente per ottenere i migliori risultati possibili.

    Start

    Inizio della terapia

    Comprensione:     è importante che i pazienti capiscano quando e come un farmaco inizia ad agire. Questi parametri dipendono dal farmaco e dalla malattia. Alcuni farmaci agiscono immediatamente, altri impiegano giorni o addirittura settimane a sortire appieno il proprio effetto. Se ci vuole più tempo di quello sperato, resistete!

    Comunicazione:     per non alimentare false speranze o delusioni precoci, il medico deve comunicare chiaramente al paziente cosa aspettarsi in merito alla manifestazione dell’effetto. Se non vi è chiaro qualcosa, fate domande!

    Accompagnamento:     all’inizio il medico e la cerchia sociale del paziente devono aiutare quest’ultimo ad assumere il medicamento come prescritto e a non trarre conclusioni affrettate sulla sua efficacia. Se pensate che qualcosa non vada, parlatene!

    Weg

    Decorso terapeutico

    Regolarità:     la corretta assunzione dei farmaci è decisiva per raggiungere e mantenere valori di principio attivo costanti nell’organismo, soprattutto in caso di malattie croniche e terapie a lungo termine.

    Monitoraggio:     per alcuni farmaci è possibile monitorare i valori di principio attivo nel sangue, in modo da assicurarne l’effetto corretto.

    Dosaggio:     il paziente deve essere cosciente dell’importanza del rispetto del dosaggio prescritto, onde evitare sovradosaggi o dosaggi insufficienti.

    Finish

    Termine della terapia

    Consultazione:     per sospendere un medicamento/una terapia è sempre necessario consultare il medico. Un abbandono arbitrario può provocare recidive o complicazioni.

    Sospensione graduale:     in molti casi è necessario ridurre lentamente il medicamento per dare modo all’organismo di adattarsi. La sospensione graduale deve seguire un piano preciso.

    Assistenza post-terapeutica:     anche dopo la sospensione è necessario prendersi cura del paziente e sottoporlo a osservazione in maniera regolare. In questo modo ci si assicura che non si manifestino conseguenze negative e che la malattia di base rimanga sotto controllo.

Start

Inizio della terapia

Comprensione:     è importante che i pazienti capiscano quando e come un farmaco inizia ad agire. Questi parametri dipendono dal farmaco e dalla malattia. Alcuni farmaci agiscono immediatamente, altri impiegano giorni o addirittura settimane a sortire appieno il proprio effetto. Se ci vuole più tempo di quello sperato, resistete!

Comunicazione:     per non alimentare false speranze o delusioni precoci, il medico deve comunicare chiaramente al paziente cosa aspettarsi in merito alla manifestazione dell’effetto. Se non vi è chiaro qualcosa, fate domande!

Accompagnamento:     all’inizio il medico e la cerchia sociale del paziente devono aiutare quest’ultimo ad assumere il medicamento come prescritto e a non trarre conclusioni affrettate sulla sua efficacia. Se pensate che qualcosa non vada, parlatene!

Weg

Decorso terapeutico

Regolarità:     la corretta assunzione dei farmaci è decisiva per raggiungere e mantenere valori di principio attivo costanti nell’organismo, soprattutto in caso di malattie croniche e terapie a lungo termine.

Monitoraggio:     per alcuni farmaci è possibile monitorare i valori di principio attivo nel sangue, in modo da assicurarne l’effetto corretto.

Dosaggio:     il paziente deve essere cosciente dell’importanza del rispetto del dosaggio prescritto, onde evitare sovradosaggi o dosaggi insufficienti.

Finish

Termine della terapia

Consultazione:     per sospendere un medicamento/una terapia è sempre necessario consultare il medico. Un abbandono arbitrario può provocare recidive o complicazioni.

Sospensione graduale:     in molti casi è necessario ridurre lentamente il medicamento per dare modo all’organismo di adattarsi. La sospensione graduale deve seguire un piano preciso.

Assistenza post-terapeutica:     anche dopo la sospensione è necessario prendersi cura del paziente e sottoporlo a osservazione in maniera regolare. In questo modo ci si assicura che non si manifestino conseguenze negative e che la malattia di base rimanga sotto controllo.

Non-aderenza

Dagli studi emerge che fino all’80 per cento delle persone con malattie croniche non assume i propri farmaci come concordato (fonte: OMS, 2003). Questo comportamento si definisce non-aderenza. I motivi sono molteplici. Possono essere intenzionali o meno. 

In generale, meno il paziente crede nel piano terapeutico, meno vi si attiene. La non aderenza può però derivare anche dal fatto che il medico, i terapeuti e la cerchia personale non svolgono l’auspicato ruolo di sostegno. 

I ricercatori sono comprensivi

Molti pazienti seguono le proposte terapeutiche in maniera irregolare (o non le seguono affatto), ma poco prima di andare dal medico si rimettono in riga. Lo sa bene il Professor Norbert Schmacke, ricercatore di Public Health presso l’Università di Brema: «Molti pazienti hanno un’idea diversa del trattamento rispetto ai medici. Una volta scemati i sintomi acuti, si è portati a pensare di poterne fare a meno. Lo capisco bene.» (fonte: Deutschlandfunk 2017)
 

Conseguenze disastrose per la salute

Invece, proprio per le persone con malattie croniche, la non aderenza ha notevoli ripercussioni. I farmaci non agiscono come desiderato e non si raggiunge l’obiettivo terapeutico. Ciò si ripercuote anche sullo stato mentale. Tutto ciò può generare una serie di conseguenze quali complicazioni e/o ulteriori malattie, che richiedono nuove visite, diagnosi e terapie: si entra in una spirale.

Danno all’economia nazionale

Da un punto di vista sociale, con il suo comportamento ogni paziente può contribuire a evitare costi ingenti, che porterebbero alla mancanza di fondi in altri ambiti. Alcuni fatti:

  • a causa della non aderenza, ogni anno il sistema sanitario svizzero deve sostenere spese aggiuntive pari a circa CHF 36 mia. (fonte: Rapporto Helsana sui medicamenti, 2020);
  • i costi diretti per la società sono cagionati ad es. da un numero maggiore di casi acuti, visite e terapie;
  • i costi indiretti derivano ad es. da frequenti assenze dal posto di lavoro, perdita della capacità lavorativa, pensionamento anticipato, aumento del tasso di mortalità ecc.;
  • nell’industria farmaceutica e nella ricerca, sul lungo termine la non aderenza può far sì che l’efficacia di un farmaco venga ritenuta scarsa e che quindi venga prescritto meno spesso.
Non aderenza

Strategie per l’aumento dell’aderenza da parte dei pazienti

È possibile ottenere un miglioramento della situazione dei pazienti e quindi anche un aumento della loro 
aderenza tramite misure mirate che toccano quattro dimensioni chiave. In questi ambiti rientrano:

    Lebensstil

    Il ruolo del paziente

    Modi in cui i pazienti possono migliorare la propria situazione

    Rafforzare l’autoefficacia

    L’atteggiamento positivo nei confronti delle proprie competenze rispetto a un determinato comportamento viene chiamato autoefficacia. Rappresenta il presupposto per l’attuazione di piani terapeutici. Sono d’aiuto, ad es.:

    • esperienze pregresse positive delle persone colpite o di persone a loro vicine
    • convincimento verbale nell’ambito di conversazioni
    • accompagnamento tramite coaching, formazione
    • confronto con altre persone colpite

    Sostenere la psiche con l’attività fisica

    L’attività fisica e lo sport aumentano il benessere e, indirettamente, anche l’autoefficacia: constatiamo che, attraverso il nostro comportamento attivo, possiamo cambiare qualcosa in meglio.

    Dare voce a riserve ed esigenze

    Parlare aiuta: nei colloqui con medico, terapeuti o gruppi di auto-aiuto, le persone colpite possono riconoscere e chiarire meglio le proprie esigenze e obiezioni. È possibile correggere supposizioni tecnicamente errate o convinzioni problematiche.

    Acquisire sicurezza attraverso l’informazione

    Una buona informazione libera le persone colpite e i loro familiari da riserve e paure e ha un effetto positivo sulla coscienza di sé. La minaccia della malattia diminuisce quando la si capisce meglio e si sa cosa può riservare il futuro. Si comprende anche meglio l’importanza di un trattamento costante.

    Raggiungere gli obiettivi

    Capita a tutti di prefiggersi un proposito, ma di non essere in grado di mantenerlo a lungo termine. Come strategie a lungo termine si prestano le routine, i rituali e le abitudini. Ci fanno fare cose senza pensare troppo: oggi mi va o no? 

    Pianificare le azioni

    Da alcuni studi emerge che, mostrando alle persone come stilare piani d’azione concreti, migliora il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. Ad esempio: «Prima della visita di controllo annoto tutte le domande che voglio fare al medico». I piani di questo tipo sono però efficaci solo se ci si prefigge con decisione un obiettivo. (Fonte: Deutsches Ärzteblatt 2011)

    Chiedere aiuto e consulenza

    Il piano terapeutico e l’obiettivo sono chiari, ma come ci si organizza al meglio nella quotidianità? Una consulenza specialistica, coaching o formazione possono fornire un aiuto importante. L’ideale sarebbe che partecipassero anche familiari o partner. Questa combinazione di fattori aumenta notevolmente la probabilità di aderenza.

    Arzt/Ärztin

    Il ruolo del medico

    Una meta-analisi del 2009 ha mostrato che la comunicazione tra medico e paziente rappresenta una forte leva per il buon esito della terapia. La probabilità che i pazienti non seguano adeguatamente la propria terapia è il 19% più alta per i medici che comunicano male rispetto a quando la comunicazione è ottimale. Con un training di comunicazione un medico può incrementare l’aderenza di oltre il 62%.4

    Il paziente deve potersi aprire

    Con una tecnica conversazionale incentrata sul paziente e un atteggiamento di base aperto è più facile che il paziente si apra. È addirittura possibile che parli sinceramente della sua non aderenza. Ciò aumenta notevolmente le probabilità di buona aderenza.

    Non far leva sulle paure

    L’«indice alzato» del medico porta raramente a risultati. Invece l’incoraggiamento attivo («Ce la farà di sicuro!») mette in moto un dialogo interiore inconscio («Ce la posso fare!»). In questo modo emergono fiducia in sé e coraggio. 

    Spiegare i nessi

    Esempio: l’ipertensione non è dolorosa e, per anni, non provoca sintomi. In questo caso la spinta ad agire è ridotta. A molti pazienti gli svantaggi di una modifica del comportamento per una malattia (futura, non chiara e che magari non si verificherà mai) sembrano troppo elevati. Illustrare in maniera semplice nessi e conseguenze migliora la comprensione del problema. 

    Porre domande aperte

    «Assume i farmaci con regolarità?» è una domanda «chiusa». Dà poco spazio alla risposta («Sì» o «No»). Le domande aperte comunicano interesse nei confronti dei motivi. Se il medico conosce i motivi delle resistenze alla terapia, è possibile trovare una modalità alternativa passo dopo passo. La modalità di assunzione non va bene? Gli effetti collaterali sono troppo forti? Ci sono altre riserve?

    Rimandare al sostegno sociale

    I gruppi di auto-aiuto o gli sport riabilitativi aiutano i pazienti a non sentirsi soli. Se si riesce a far incontrare persone affini con situazioni di vita simili, l’effetto sull’aderenza può essere positivo.

    Indicare ausili

    Potete rendere il cambio di comportamento più facile per il paziente. Più il nuovo comportamento semplifica la vita, maggiore è la probabilità di accettazione.

Lebensstil

Il ruolo del paziente

Modi in cui i pazienti possono migliorare la propria situazione

Rafforzare l’autoefficacia

L’atteggiamento positivo nei confronti delle proprie competenze rispetto a un determinato comportamento viene chiamato autoefficacia. Rappresenta il presupposto per l’attuazione di piani terapeutici. Sono d’aiuto, ad es.:

  • esperienze pregresse positive delle persone colpite o di persone a loro vicine
  • convincimento verbale nell’ambito di conversazioni
  • accompagnamento tramite coaching, formazione
  • confronto con altre persone colpite

Sostenere la psiche con l’attività fisica

L’attività fisica e lo sport aumentano il benessere e, indirettamente, anche l’autoefficacia: constatiamo che, attraverso il nostro comportamento attivo, possiamo cambiare qualcosa in meglio.

Dare voce a riserve ed esigenze

Parlare aiuta: nei colloqui con medico, terapeuti o gruppi di auto-aiuto, le persone colpite possono riconoscere e chiarire meglio le proprie esigenze e obiezioni. È possibile correggere supposizioni tecnicamente errate o convinzioni problematiche.

Acquisire sicurezza attraverso l’informazione

Una buona informazione libera le persone colpite e i loro familiari da riserve e paure e ha un effetto positivo sulla coscienza di sé. La minaccia della malattia diminuisce quando la si capisce meglio e si sa cosa può riservare il futuro. Si comprende anche meglio l’importanza di un trattamento costante.

Raggiungere gli obiettivi

Capita a tutti di prefiggersi un proposito, ma di non essere in grado di mantenerlo a lungo termine. Come strategie a lungo termine si prestano le routine, i rituali e le abitudini. Ci fanno fare cose senza pensare troppo: oggi mi va o no? 

Pianificare le azioni

Da alcuni studi emerge che, mostrando alle persone come stilare piani d’azione concreti, migliora il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico. Ad esempio: «Prima della visita di controllo annoto tutte le domande che voglio fare al medico». I piani di questo tipo sono però efficaci solo se ci si prefigge con decisione un obiettivo. (Fonte: Deutsches Ärzteblatt 2011)

Chiedere aiuto e consulenza

Il piano terapeutico e l’obiettivo sono chiari, ma come ci si organizza al meglio nella quotidianità? Una consulenza specialistica, coaching o formazione possono fornire un aiuto importante. L’ideale sarebbe che partecipassero anche familiari o partner. Questa combinazione di fattori aumenta notevolmente la probabilità di aderenza.

Arzt/Ärztin

Il ruolo del medico

Una meta-analisi del 2009 ha mostrato che la comunicazione tra medico e paziente rappresenta una forte leva per il buon esito della terapia. La probabilità che i pazienti non seguano adeguatamente la propria terapia è il 19% più alta per i medici che comunicano male rispetto a quando la comunicazione è ottimale. Con un training di comunicazione un medico può incrementare l’aderenza di oltre il 62%.4

Il paziente deve potersi aprire

Con una tecnica conversazionale incentrata sul paziente e un atteggiamento di base aperto è più facile che il paziente si apra. È addirittura possibile che parli sinceramente della sua non aderenza. Ciò aumenta notevolmente le probabilità di buona aderenza.

Non far leva sulle paure

L’«indice alzato» del medico porta raramente a risultati. Invece l’incoraggiamento attivo («Ce la farà di sicuro!») mette in moto un dialogo interiore inconscio («Ce la posso fare!»). In questo modo emergono fiducia in sé e coraggio. 

Spiegare i nessi

Esempio: l’ipertensione non è dolorosa e, per anni, non provoca sintomi. In questo caso la spinta ad agire è ridotta. A molti pazienti gli svantaggi di una modifica del comportamento per una malattia (futura, non chiara e che magari non si verificherà mai) sembrano troppo elevati. Illustrare in maniera semplice nessi e conseguenze migliora la comprensione del problema. 

Porre domande aperte

«Assume i farmaci con regolarità?» è una domanda «chiusa». Dà poco spazio alla risposta («Sì» o «No»). Le domande aperte comunicano interesse nei confronti dei motivi. Se il medico conosce i motivi delle resistenze alla terapia, è possibile trovare una modalità alternativa passo dopo passo. La modalità di assunzione non va bene? Gli effetti collaterali sono troppo forti? Ci sono altre riserve?

Rimandare al sostegno sociale

I gruppi di auto-aiuto o gli sport riabilitativi aiutano i pazienti a non sentirsi soli. Se si riesce a far incontrare persone affini con situazioni di vita simili, l’effetto sull’aderenza può essere positivo.

Indicare ausili

Potete rendere il cambio di comportamento più facile per il paziente. Più il nuovo comportamento semplifica la vita, maggiore è la probabilità di accettazione.

    Im Gespräch

    Il ruolo della cerchia di persone vicine al paziente

    La cerchia sociale svolge un ruolo determinante nel trattamento e nella vita delle persone con malattie croniche. Il sostegno della famiglia, degli amici e dei gruppi di auto-aiuto non costituisce solo un conforto emotivo, ma può anche contribuire concretamente a migliorare l’aderenza terapeutica e quindi la gestione della malattia.

    L’influenza positiva della cerchia sociale 

    I malati cronici vivono meglio se hanno una buona cerchia sociale. Oltre a famiglia e partner, la cerchia sociale comprende tutte le persone con cui si hanno rapporti interpersonali continuativi. Vi rientrano anche le conoscenze all’interno di un gruppo di auto-aiuto. 

    Coinvolgere i familiari nel trattamento

    Laddove possibile, è bene coinvolgere attivamente nel trattamento e nella formazione i componenti della famiglia e i partner. In termini di aderenza rappresentano importanti interlocutori per il medico o terapeuta. Possono offrire sostegno motivazionale e aiutare a gestire la malattia nella quotidianità. Per quanto riguarda l’assunzione dei farmaci, possono anche svolgere un ruolo in relazione ai cosiddetti fattori «morbidi» come la dimenticanza. 

    Contrastare la solitudine

    Una malattia cronica può essere un peso. In tal caso, poterne parlare fa stare meglio. Spesso non importa tanto cosa facciano i familiari e gli amici, quanto che se ne senta la presenza. Questo può aiutare le persone colpite a non sentirsi sole o scoraggiate per le limitazioni imposte dalla malattia.

    Vivere più a lungo grazie agli amici e alla famiglia

    La cerchia sociale può aiutare a distrarre le persone colpite dalla malattia e a permettere loro di partecipare attivamente alla vita. Spesso i pazienti con una buona cerchia sociale sono più motivati ad assumere regolarmente i farmaci e ad adattare il proprio stile di vita. Ciò riduce lo stress durante la terapia: è possibile superarla meglio e vivere addirittura più a lungo.

    Fonte (in tedesco):  https://selpers.com/blog/soziales-umfeld-krebs/ 

    Technische Hilfsmittel

    Una benedizione nella quotidianità

    Semplificando la vita di tutti i giorni, gli ausili tecnologici contribuiscono in maniera cruciale a migliorare l’aderenza.

    Le app promemoria ricordano l’assunzione di farmaci, gli appuntamenti dal medico e le attività tramite smartphone o tablet. Molte di queste app permettono anche di creare e gestire un piano farmacologico.

    Portapillole digitali: questi moderni portapillole non emettono solo segnali acustici e visivi per l’assunzione dei farmaci, ma memorizzano anche se e quando sono stati prelevati i farmaci.

    Confezionamento dei medicinali in blister: Dosi di medicinali confezionate individualmente per ogni momento di assunzione minimizzano gli errori di somministrazione e migliorano la chiarezza della medicazione.

    I dispositivi portatili come smartwatch o bracciali fitness monitorano i dati vitali (ad es. frequenza cardiaca, passi, ritmi del sonno) e possono ricordare gli obiettivi relativi alla salute.

    Portali online per pazienti: permettono ai pazienti di accedere ai dati relativi alla propria salute, fissare appuntamenti o farsi ricordare le visite di prevenzione.

    Servizi di telemedicina: i videoconsulti con medici, le farmacie, le sessioni terapeutiche online o il monitoraggio remoto dei parametri sanitari agevolano il rispetto dei piani terapeutici. 

    Le app per la salute e il benessere sono incentrate sulla promozione di uno stile di vita sano e possono aiutare i pazienti a mettere in pratica i consigli relativi ad alimentazione, attività fisica e gestione dello stress..

    Servizi di promemoria via SMS: semplici messaggi di testo per ricordare l’assunzione di farmaci, i riordini o le visite mediche.

Im Gespräch

Il ruolo della cerchia di persone vicine al paziente

La cerchia sociale svolge un ruolo determinante nel trattamento e nella vita delle persone con malattie croniche. Il sostegno della famiglia, degli amici e dei gruppi di auto-aiuto non costituisce solo un conforto emotivo, ma può anche contribuire concretamente a migliorare l’aderenza terapeutica e quindi la gestione della malattia.

L’influenza positiva della cerchia sociale 

I malati cronici vivono meglio se hanno una buona cerchia sociale. Oltre a famiglia e partner, la cerchia sociale comprende tutte le persone con cui si hanno rapporti interpersonali continuativi. Vi rientrano anche le conoscenze all’interno di un gruppo di auto-aiuto. 

Coinvolgere i familiari nel trattamento

Laddove possibile, è bene coinvolgere attivamente nel trattamento e nella formazione i componenti della famiglia e i partner. In termini di aderenza rappresentano importanti interlocutori per il medico o terapeuta. Possono offrire sostegno motivazionale e aiutare a gestire la malattia nella quotidianità. Per quanto riguarda l’assunzione dei farmaci, possono anche svolgere un ruolo in relazione ai cosiddetti fattori «morbidi» come la dimenticanza. 

Contrastare la solitudine

Una malattia cronica può essere un peso. In tal caso, poterne parlare fa stare meglio. Spesso non importa tanto cosa facciano i familiari e gli amici, quanto che se ne senta la presenza. Questo può aiutare le persone colpite a non sentirsi sole o scoraggiate per le limitazioni imposte dalla malattia.

Vivere più a lungo grazie agli amici e alla famiglia

La cerchia sociale può aiutare a distrarre le persone colpite dalla malattia e a permettere loro di partecipare attivamente alla vita. Spesso i pazienti con una buona cerchia sociale sono più motivati ad assumere regolarmente i farmaci e ad adattare il proprio stile di vita. Ciò riduce lo stress durante la terapia: è possibile superarla meglio e vivere addirittura più a lungo.

Fonte (in tedesco):  https://selpers.com/blog/soziales-umfeld-krebs/ 

Technische Hilfsmittel

Una benedizione nella quotidianità

Semplificando la vita di tutti i giorni, gli ausili tecnologici contribuiscono in maniera cruciale a migliorare l’aderenza.

Le app promemoria ricordano l’assunzione di farmaci, gli appuntamenti dal medico e le attività tramite smartphone o tablet. Molte di queste app permettono anche di creare e gestire un piano farmacologico.

Portapillole digitali: questi moderni portapillole non emettono solo segnali acustici e visivi per l’assunzione dei farmaci, ma memorizzano anche se e quando sono stati prelevati i farmaci.

Confezionamento dei medicinali in blister: Dosi di medicinali confezionate individualmente per ogni momento di assunzione minimizzano gli errori di somministrazione e migliorano la chiarezza della medicazione.

I dispositivi portatili come smartwatch o bracciali fitness monitorano i dati vitali (ad es. frequenza cardiaca, passi, ritmi del sonno) e possono ricordare gli obiettivi relativi alla salute.

Portali online per pazienti: permettono ai pazienti di accedere ai dati relativi alla propria salute, fissare appuntamenti o farsi ricordare le visite di prevenzione.

Servizi di telemedicina: i videoconsulti con medici, le farmacie, le sessioni terapeutiche online o il monitoraggio remoto dei parametri sanitari agevolano il rispetto dei piani terapeutici. 

Le app per la salute e il benessere sono incentrate sulla promozione di uno stile di vita sano e possono aiutare i pazienti a mettere in pratica i consigli relativi ad alimentazione, attività fisica e gestione dello stress..

Servizi di promemoria via SMS: semplici messaggi di testo per ricordare l’assunzione di farmaci, i riordini o le visite mediche.

10 passaggi per il buon esito di una terapia

  1. Informatevi e fate domande! Più sapete sulla vostra malattia e sul trattamento, più sarete in grado di esprimere il vostro parere e prendere decisioni.
  2. Comunicate al medico i vostri stati d’animo e le vostre riserve! È importante che parliate apertamente delle vostre paure, dei vostri dubbi, dei vostri sintomi e anche delle vostre speranze, in modo che il medico possa sostenervi al meglio.
  3. Createvi una rete di sostegno! Individuate le persone che possono aiutarvi nella quotidianità e le persone specifiche a cui rivolgersi per determinati problemi.
  4. Parlate con i vostri cari! Parlate ai componenti della vostra famiglia e ai vostri amici delle vostre esigenze e preoccupazioni e di come possono aiutarvi.
  5. Fatevi aiutare da professionisti! Usufruite delle offerte di associazioni specializzate, centri di consulenza o gruppi di auto-aiuto per confrontarvi con altre persone colpite e ottenere sostegno.
  6. Ponetevi degli obiettivi personali! Che riguardino l’accettazione della malattia o l’integrazione di un’attività fisica regolare nella vostra routine quotidiana, gli obiettivi vi aiutano a mantenere la concentrazione e mettere in evidenza i successi.
  7. Tenete un diario. Annotate regolarmente le vostre condizioni e tutto ciò che potrebbe essere legato a esse: non aiuterà solo voi, ma anche il vostro medico.
  8. Preparatevi alle visite mediche. Segnatevi in anticipo le tematiche e domande del momento. Pensate anche alle risposte da dare alle domande ricorrenti e a possibili nuove domande del medico.
  9. Seguite scrupolosamente il piano farmacologico. Fate attenzione al dosaggio corretto, agli orari di assunzione e a indicazioni particolari come l’assunzione con i pasti.
  10. Utilizzate ausili e applicazioni digitali. Che si tratti di promemoria per i farmaci via app o di diari della salute digitali, gli ausili tecnologici possono semplificarvi la vita.

Come Zur Rose vi aiuta ad attenervi alla vostra terapia

Una buona organizzazione può aiutarvi a semplificare l’assunzione dei vostri farmaci. Noi vi sosteniamo con servizi gratuiti:

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Il nostro servizio automatico vi semplifica la vita, ricordandovi in maniera affidabile quando è il momento di assumere i farmaci. Vi basterà indicare il periodo di assunzione dei farmaci, insieme agli orari e alla posologia per ottenere subito il vostro piano personale.

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Grazie al promemoria automatico non dimenticherete mai di assumere i vostri farmaci. Riceverete un promemoria automatico tramite SMS o e-mail. Potrete mantenere sempre tutto sotto controllo grazie all’assunzione documentata.

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Ulteriori domande sull'aderenza